mercoledì 22 aprile 2009

Il cammino nello Yoga e nell'Io

Anni fa attraversai un momento evolutivo che io amo definire 'metamorfosi dell'anima', in quel periodo vorticavo nei flussi e curiosavo nei vari angoli del mondo alla ricerca di qualcosa...non avevo ancora la consapevolezza del mio Io interiore e questo mi rendeva ''malleabile'' a qualsiasi energia si avvicinasse a me...cosa non sempre piacevole... le cose non giungono mai a caso e fortunatamente dopo un periodo di buio ho iniziato a seguire il Kundalini Yoga e questo mi ha donato la consapevolezza di ciò che sono ora....iniziò il mio viaggio nell'IO.

Il Kundalini Yoga è l’eredità di conoscenze tecniche e spirituali trasmessa per tradizione da migliaia di anni. E’ una scienza che combina respirazione, meditazione, rilassamento, l’arte della sequenza del movimento, del ritmo e del suono

PREDISPONE IL NOSTRO CORPO A FUNZIONARE NEL MODO MIGLIORE

Il Kundalini yoga lavora sul corpo attraverso i kriya, sequenze di posture e movimenti connessi con particolari respirazioni. Attraverso la pratica fisica la circolazione sanguigna è stimolata, i tessuti e gli organi sono depurati e fortificati, il sistema ghiandolare viene bilanciato, il sistema nervoso rafforzato. Si sperimenta un senso di vitalità e di coscienza del proprio corpo, accompagnato ad una sensazione di consapevolezza di sé gradualmente crescente.


PRODUCE UN SANO EQUILIBRIO EMOTIVO

Oltre e contemporaneamente al lavoro sul corpo, attraverso il rilassamento, la respirazione e la meditazione, il Kundalini Yoga agisce con un processo progressivo anche sull’energia mentale e la concentrazione, donando l’esperienza di una calma interiore profonda. Amplia la radianza che migliora a sua volta il nostro impatto sul mondo esterno. Aiuta a eliminare i nostri modelli e schemi negativi.

LO YOGA DELLA CONSAPEVOLEZZA

Il Kundalini Yoga è una disciplina attiva, una tecnologia il cui obiettivo è di produrre in ognuno l’esperienza pratica della propria consapevolezza più elevata, è considerato il più completo fra tutte le discipline yogiche, viene definito lo “yoga della consapevolezza”. Secondo la filosofia yogica, prende il suo nome dalla Shakti (moglie di Shiva), il “serpente arrotolato” che riposa avvolto in tre spire e mezzo alla base della colonna vertebrale. Shakti è la polarità femminile opposta a Shiva (la polarità maschile posta sulla cima della testa), cui vuole riunirsi; l’energia che percorre la colonna mettendo in relazione i due poli è la kundalini.

L’energia della kundalini è una energia latente, che può essere risvegliata attraverso:

- le asana: posture idonee a stimolare meridiani, terminazioni nervose e centri energici detti “chakra” (di cui parlerò diffusamente più avanti).

- il pranayama: la scienza del respiro, il modo corretto di portare prana (energia vitale) nel corpo attraverso la respirazione.

- la dhyana: la meditazione.

Il processo fisiologico ed energetico che deve essere liberato attraverso la pratica del kundalini yoga è molto complesso: in ogni individuo il corpo materiale è circondato da un involucro energetico che costituisce il cosiddetto corpo etereo o pranico, definito anche corpo vitale perché rappresenta l’autentico principio della vita.
Prana e Apana sono le forze vitali che alimentano il nostro corpo fisico ed il nostro spirito. Il corpo può fare a meno, anche per lunghi periodi, di acqua e cibo, ma non potrà mai fare a meno, se non per pochissimi minuti, dell’aria che respiriamo e che costituisce appunto la nostra energia vitale.

Sul piano etereo l’energia viene raccolta e distribuita attraverso i chakra; sul piano materiale ciò avviene attraverso l’alimentazione, la luce del sole, l’aria che respiriamo.

Lungo la colonna ci sono tre canali energetici. Attraverso il canale centrale, denominato Sushumna, fluisce Shakti, l’energia kundalini (collegata al pianeta Mercurio) che alimenta i chakra. Dalla narice destra parte pingala, il canale che stimola la parte sinistra del cervello; rappresenta l‘energia solare e trasporta prana “energia positiva”, la cui qualità è calda, con effetto stimolante.

Dalla narice sinistra parte invece ida, il canale che stimola la parte destra del cervello; rappresenta l’energia della luna e trasporta apana “energia negativa”, l’energia della eliminazione, con effetti calmanti.

Quando queste due energie, prana e apana, si incontrano all’altezza dell’ombelico, la prima in seguito all’inspirazione, la seconda dopo l’espirazione – aiutata da una sospensione del respiro e da una contrazione muscolare – creano un fuoco che attiva la kundalini. Le energie praniche e apaniche risvegliano il “serpente addormentato” che inizia a risalire lungo il canale centrale (sushumna), scorrendo attraverso i chakra, per raggiungere Shiva nel Sashara (il chakra della corona).

Finchè prana e apana non si incontrano in maniera equilibrata, la kundalini non verrà rilasciata..

Appare evidente che il processo di risveglio appena descritto costituisce la conclusione di un lungo cammino che può richiedere anche una vita intera, un processo molto complesso rivolto alla conoscenza profonda del proprio Sé.


Abbiamo parlato dei Chakra e dunque sarà opportuno spiegare di cosa si tratti.

I Chakra (“ruota” o “loto” secondo il termine sanscrito) sono dei raccoglitori e diffusori di energia che si trovano all’interno del corpo pranico.

L’energia che scorre attraverso i chakra influisce sulla nostra salute fisica e sul nostro benessere corporeo e determina il nostro modo di pensare e di sentire, nonché il nostro stato di coscienza.

In sintesi, i Chakra sono i ricevitori, i trasformatori e i conduttori dell’energia, sono i punti di raccolta e di intercettazione della forza vitale contenuta nell’aria che respiriamo (prana). Essi rappresentano le porte di accesso per la corrente energetica e vitale nel nostro corpo pranico. Ogni chakra è in comunicazione con determinati organi e determinate zone del nostro corpo e fornisce la forza necessaria per il loro funzionamento.

Si distinguono 7 principali Chakra (otto se si considera tale la nostra “Aura”, il campo energetico intorno al nostro corpo, ma in realtà si parla anche dell' attivazione di altri chakra per un totale di 12), distribuiti in ordine ascendente lungo la colonna vertebrale:

1) Muladhara-chakra, il “sostegno della radice o base” (situato alla base della colonna).
Il primo chakra è in relazione con il nostro istinto di sopravvivenza o di autoconservazione. Sviluppando l’attività di questo centro, si rafforza il nostro senso di identità e di indipendenza da ciò che ci circonda. Una carenza nell’attività del primo chakra determina mancanza di autonomia e di individualità. Per tradizione questo chakra controlla le funzioni sessuali negli esseri umani, insieme al secondo chakra.

2) Svadhisthana-chakra, il centro della sessualità.
Il secondo chakra assorbe l’energia vitale e regola le nostre emozioni, la nostra creatività, la sessualità e la riproduzione. Tutti i fluidi del corpo sono regolati da questo centro. Fisiologicamente collegato alle ghiandole surrenali, ai reni.

3) Manipura-chakra, il centro dell’ombelico o la città gioiello.
Il terzo chakra è il centro dell’energia e della volontà, emerge dalla regione lombare della colonna vertebrale. Presiede agli stati emotivi, alle facoltà intellettuali, ai poteri della mente, allo stomaco ed al sistema digestivo superiore, spesso collegato a pancreas, milza e fegato. Un’attività limitata di questo chakra determina apatia, mancanza di energia e capacità di imporsi; al contrario, un eccesso conduce ad un attivismo estremo e talvolta ad aggressività.

4) Anahata-chakra, il centro del cuore o del suono non vibrato.
Si trova tra le vertebre toraciche superiori e si manifesta attraverso il plesso cardiaco ed il timo, collegato anche alla sensibilità tattile. Il quarto chakra determina la misura della nostra capacità di amare e di esprimere sensibilità nei confronti del prossimo; è responsabile della capacità di aprire il proprio cuore e di donare in modo disinteressato. Quando questo centro è bloccato si prova freddezza o si hanno freni inibitori nei confronti del prossimo.

5) Vishudda-chakra, il centro della gola o della purezza.
Il quinto chakra controlla la nostra voce e, in maniera più ampia, la nostra capacità di comunicazione e di espressione individuale. Eventuali difficoltà nell’immagine di sé e nella comunicazione con il prossimo indicano la presenza di un blocco di questo centro. Sono collegate ad esso tiroide a paratiroide.

6) Ajna-chakra, il centro della fronte o centro del comando (il terzo occhio).
Il sesto chakra ci aiuta a sviluppare la nostra intelligenza e la nostra intuizione.
Una scarsa attività di questo chakra determina confusione di pensiero e incapacità di percepire i fatti in modo intuitivo.

7) Sahasrara-chakra, il centro della sommità del capo o loto dai mille petali.
Il settimo chakra è il chakra della coscienza cosmica; si riconosce il proprio nucleo Divino e si sperimentano la propria identità con Dio e l‘unità con l’intero universo. Correlato alla ghiandola pineale.


Nel Kundalini Yoga il pranayama, cioè la regolazione del respiro e la direzione dell’energia pranica, avviene attraverso i cosiddetti Kriya, che costituiscono una combinazione in diversi esercizi, di tecniche di Asana, di Mantra e di Mudra.

Con il concetto di Asana si intendono determinate, ben definite, posture del corpo e sequenze di movimenti bilanciate con una respirazione specifica e riassunti generalmente in una sequenza di esercizi denominati appunto Kriya. I kriya del Kundalini yoga sono di fatto dei percorsi di un allenamento che determina risultati sia sul piano fisico che su quello mentale o energetico; da un lato rafforzano, armonizzano o potenziano uno specifico organo fisico o una determinata parte del corpo, dall’altro donano un senso di vitalità e di coscienza del proprio corpo accompagnato ad una sensazione di consapevolezza di sé gradualmente crescente.

Una Mudra è una determinata e ben definita posizione della mano e delle dita attraverso la quale si può esercitare un influsso sulla nostra mente e sulla nostra psiche. Determinate posizioni delle mani e delle dita coinvolgono determinate zone del nostro cervello e della nostra psiche e vi esercitano un influsso energetico.

Mantra sono determinate sillabe, parole, sequenze fonetiche, utilizzate come strumento per la concentrazione e per dirigere il proprio influsso sulla coscienza. Sono delle vibrazioni energetiche interiori, un flusso sonoro che si trova in relazione con un ben determinato contenuto od oggetto legato a nomi o parole sacre con un significato spirituale, diretto a donare una profonda calma interiore.


Il Kundalini Yoga è un cammino, una via, che tutti possiamo intraprendere e che apporterà in noi una progressiva trasformazione a condizione che ci sia una intensa preparazione del corpo e dello spirito, un costante allenamento della mente attraverso le discipline della concentrazione e della meditazione, una purificazione ed un ottimo rafforzamento del nostro corpo armonizzando il sistema endocrino e il sistema nervoso.

Questa preparazione comprende, in qualche modo, anche le regole esposte da Patanjali sulla disciplina nei confronti del mondo esterno e di quello interiore. Senza un certo distacco spirituale dal materialismo della vita quotidiana, senza un atteggiamento di raccoglimento meditativo, risulterà difficile intraprendere il Kundalini Yoga, così come qualunque altra disciplina yogica. Lo yoga è una disciplina olistica, che plasma ogni aspetto della nostra vita: una vita consapevole in senso yogico conferisce energia e forza, che si esprimono nella vita quotidiana e ci donano calma ed equilibrio interiore.

La pratica Yoga, per effetto di alcuni diffusi pregiudizi, è vista ancora oggi con qualche riserva mentale e resistenza psicologica. Per noi occidentali, che abbiamo una mente più stressata e attaccata alle cose materiali, lo Yoga, pur rispettando le sue finalità che sono quelle di unire la propria coscienza individuale con quella cosmica congiungendo con Dio il proprio corpo, la propria anima, la propria mente, potrà quanto meno aiutarci ad armonizzare e rimuovere i blocchi di energia.

L’esperienza di chi vorrà intraprendere il cammino di questa disciplina, come ho potuto verificare direttamente pur considerandomi ancora agli inizi, porterà a riscontrare da subito evidenti benefici: scioltezza articolare e tonicità muscolare per quel che riguarda la parte esterna; benessere e migliore funzionamento degli organi quale cuore, polmoni, cervello per quanto concerne la parte interna, da un punto di vista puramente fisico.

Ma anche, sul piano psichico, maggior forza di volontà, concentrazione, serenità, maggiore attenzione verso l’ambiente esterno, progressivo distacco dalle cose materiali.


A chi oggi mi chiede: ma a cosa serve lo yoga? Io rispondo, pur cosciente della riduttività della risposta: a stare bene con se stessi e, soprattutto, in armonia con l’universo e nei rapporti con gli altri, essendo lo yoga una via, è importante mettersi in cammino: non sappiamo dove, come e quando arriveremo, ma ognuno, se vuole, troverà la propria strada. L'importante è credo porsi nella via con umiltà e senza aspettative, come sempre il cuore puro apre la via...


CONTINUA.....

Nessun commento: